I reparti interni di ogni azienda raccolgono dati sulle proprie attività praticamente ogni giorno. I database aziendali non sono semplici colonne zeppe di numeri, ma autentiche miniere di informazioni utili che per essere comprese hanno solo bisogno di una chiave di lettura. La Business Intelligence può essere definita proprio così: come la tecnologia che trasforma i dati in informazioni, e quindi in conoscenza.
Il passaggio può sembrare un doppio salto mortale, in realtà si tratta in estrema sintesi di un metodo di raccolta, decodificazione ed analisi dei flussi interni. Può riguardare la produzione come l’amministrazione, il magazzino o la logistica come il commerciale. In buona sostanza la Business Intelligence è un passe-partout applicabile con lo stesso sistema a settori differenti. I software di BI raccolgono quantità consistenti di dati, li configurano in base alle richieste dell’utente, li computano ed analizzano per estrarne report, statistiche e infografiche.
La lettura della reportistica messa a disposizione dai tool di Business Intelligence si presta a diversi fini, tutti riconducibili ad una gestione aziendale ottimizzata, che nei casi più evoluti di maturità nell’utilizzo della tecnologia si rivolge a tutte le fasi di processo. Lo step successivo alla trasformazione dei dati in conoscenza si configura, infatti, come un’integrazione ed una condivisione della conoscenza stessa. Tradotto: reportistica ed analisi dei dati (altrimenti dette Business Analytics) possono essere uno strumento fondamentale nell’accompagnare le realtà produttive in una migrazione al digital che comprenda anche un cambio di mindset. Concetto valido per tutte, e maggiormente per le PMI, che ancora concepiscono e suddividono le diverse attività in compartimenti stagni, La BI può rendere di fatto la gestione più agile e fluida, incoraggiando – letteralmente dati alla mano – una vision sistemica, d’insieme, più produttiva e predittiva.
Tra le features principali dei software dedicati c’è infatti la capacità di dare una spinta significativa alle stime predittive e, in connessione, al processo decisionale. Vediamo come:
- Raccolgono dati aggiornati provenienti anche da database creati su diversi tipi di supporti
- Elaborano e presentano i dati in infografiche e tabelle di facile comprensione, che permettono di analizzare in modo più approfondito tutte le fasi di processo
- Sono altamente personalizzabili, l’end-user può scegliere i filtri e le configurazioni utili ad ottenere le informazioni di cui ha bisogno (su base temporale, quantitativa etc.)
Il tutto si colloca in un processo di efficientamento che può riguardare diversi aspetti dell’ecosistema azienda come l’identificazione e riduzione di inefficienze e sprechi, la condivisione di dati e informazioni più precisi tra tutti i reparti, l’analisi più puntuale delle criticità interne, utile per raggiungere soluzioni più rapide ed efficaci.
Secondo i dati 2021 dell’Osservatorio big data e business analytics del Politecnico di Milano il 58% delle medie imprese ha investito in Analytics contro il 44% delle piccole imprese. Come si declina la BI nell’ambiente delle PMI, il settore che per ora in Italia resta più distante dall’impiego in area produttiva? Scopriamolo insieme con i servizi di Domina e Robinson.